DIC 2017 PAG 17 - Napoli, ogni banchina risorsa da valorizzare (Francesco Messineo)
“Nel nostro sistema portuale
ogni banchina sarà una risorsa da valorizzare. Rispetto al porto singolo il
nuovo assetto configurato dalla riforma permetterà maggiori possibilità di
sviluppo. Agli operatori l’Autorità di sistema chiederà infatti di perseguire
un fine principale: attrarre i traffici che ancora non ci sono”. Francesco
Messineo, Segretario Generale dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale e Commissario
fino al termine dell’anno del porto di Salerno, spiega i traguardi fissati
dalla nuova governance dei porti campani. “Siamo impegnati a dare il massimo,
nonostante un quadro normativo spesso complesso e incoerente che non facilita
il raggiungimento degli obiettivi fissati nei modi e nei tempi previsti”.
Con quali strumenti avete deciso di affrontare il rilancio del porto di
Napoli?
Abbiamo incentrato la nostra
azione su tre punti: rilancio infrastrutturale, riorganizzazione delle aree e
inquadramento della funzione del porto all’interno del sistema economico di
riferimento. Sul primo, dopo essere a riusciti sbloccare l’annosa questione del
dragaggio stiamo lavorando sulle altre opere: il nuovo assetto del Beverello,
per il quale manca solo l’erogazione delle risorse finanziarie per appaltare i
lavori, i collegamenti della futura Darsena di Levante, la ristrutturazione di
alcune banchine, solo per citarne alcuni.
Sulla riorganizzazione del porto?
Preso atto della possibilitÃ
offerta dall’espansione delle banchine commerciali nell’area orientale,
cercheremo di disegnare un porto più razionale. Ci doteremo di un masterplan
con linee guida precise per le concessioni. L’idea è individuare a monte le
destinazioni d’uso per mettere a gara aree, con attività più coerenti tra di
loro, per gli operatori che dimostreranno di riuscire a perseguire meglio gli
obiettivi generali fissati dall’ente.
Per la funzione del porto?
Lo scenario generale della
portualità Mediterranea è cambiato, con nuove e interessanti possibilità che si
aprono per tutti i porti italiani. Da parte nostra punteremo a servire
innanzitutto il nostro bacino d’utenza. Nel giro di 250 chilometri possiamo
essere il sistema portuale di riferimento per 15 milioni di abitanti, una
nazione di media grandezza cui dobbiamo offrire un servizio pienamente
efficiente. Lavoreremo per migliorare la ricaduta delle attività portuali sull’economia
del territorio. Il vero valore di un porto, d’altro canto, sta nelle
connessioni funzionali e razionali che riesce a instaurare. È il principio
fondante alla base delle ZES. La vera novità dell’iniziativa non sta tanto nei
meccanismi d’incentivazione ma nella capacità di attivare la formazione di
supply chains estese a tutto il globo. E noi dovremo favorire questo
processo.
Quale ruolo giocherà Salerno nel sistema campano?
È un porto che ha ampiamente
dimostrato di saper stare sul mercato. Ma i traffici evolvono e bisogna far
fronte alle sfide del gigantismo navale diffuso. Dragaggio, allargamento
dell’imboccatura e Salerno Porta Ovest sono le risposte infrastrutturali su cui
stiamo lavorando alacremente. A breve partirà una manutenzione straordinaria
dei fondali in attesa dell’autorizzazione finale ai lavori di dragaggio da
parte del ministero dell’Ambiente. Entro le prime settimane del 2018 dovrebbero
invece essere terminate le indagini affidate alla Stazione Anton Dohrn per
rispondere alle pesanti e costose prescrizioni assegnateci lo scorso luglio. Se
le cose andassero velocemente i lavori potrebbero partire già a fine autunno
2018, sfruttando la stagione invernale. Sull’allargamento dell’imboccatura c’è
un appalto integrato che partirà appena il Provveditorato alle Opere Pubbliche
di Napoli giudicherà positivamente i risultati delle verifiche di sicurezza che
ci ha prescritto. Infine, la situazione di Salerno Porta Ovest che ci vede
vincolati alla situazione di sofferenza dell’azienda appaltatrice, sottoposta,
peraltro, a commissariamento straordinario. Le ipotesi in campo ci sono, dal
recente annuncio della vendita del ramo d’azienda al suo affitto fino alle
verifiche delle condizioni di inadempienza per giungere alla rescissione del
contratto. Ma c’è da lavorarci ancora molto.
Giovanni Grande