DIC 2017 PAG 52 - Garolla, clima nuovo in porto anche per prodotti petroliferi
Anche le aziende del settore
petrolifero stanno beneficiando del cambio di clima nel porto di Napoli. Al
centro fino a poco tempo fa di preoccupazioni legate esclusivamente alla
sicurezza e all’impatto ambientale puntano oggi a giocare una parte di primo piano
nella riscoperta della vocazione industriale dello scalo. “E’ cambiato il modo
di guardare alla nostra attività ,” conferma Raimondo Amato, Amministratore
della Garolla Srl, titolare del deposito costiero ubicato a Calata Vittorio
Veneto. “C’è un’attenzione istituzionale maggiore rispetto al ruolo che
giochiamo a supporto dello sviluppo territoriale. In merito alla questione sicurezza,
poi, certi allarmi mi sembrano eccessivi. Nascono piuttosto da una scarsa
conoscenza sia della natura dei prodotti che trattiamo sia dei sofisticati
dispositivi che la tecnologia mette a disposizione per monitorare costantemente
i nostri impianti”.
Cominciamo dalla prima parte. Quali sono i prodotti gestiti dal vostro
deposito costiero?
Ci occupiamo sostanzialmente
dell’importazione di merci liquide alla rinfusa, suddivise su più tipologie di
prodotti. Tra questi l’olio di palma, combustibile di origine vegetale
proveniente dall’Indonesia, che alimenta la centrale FRI-EL di Acerra, sorta
dalla riconversione di una parte dell’area ex Montefibre; lo stoccaggio della
soda caustica, attività trattata da più di 30 anni con cui riforniamo i cicli
produttivi di industrie ubicate in un raggio di 250-300 chilometri dal porto di
Napoli; oli lubrificanti che arrivano come prodotti base nei nostri depositi
per essere trasferiti successivamente alle raffinerie che li lavorano. Con
l’ultimo ampliamento del 2015 abbiamo realizzato anche un impianto di
stoccaggio per il gasolio: un materiale che, vorrei sottolineare a scanso di
equivoci, non è infiammabile.
In che modo garantite la sicurezza?
Come dicevo nel 2015 abbiamo
raddoppiato la capacità di stoccaggio demolendo i vecchi serbatoi. Ne abbiamo
costruito di nuovi, più ampi, con materiale pregiato come l’acciaio
inossidabile che garantisce contro la corrosione. Si è proceduto anche alla
messa in sicurezza del lato mare, con impianti di protezione, barriere
galleggianti e skimmer per l’aspirazione in caso di sversamento, e dei punti di
carico, con un numero maggiore di uscite per rendere i trasferimenti più
rapidi. Infine, si è puntato molto sulla digitalizzazione.
Come usate le nuove tecnologie?
I serbatoi sono monitorati
costantemente da sistemi informatici che registrano i livelli di temperatura,
corrosione, etc. Su questo punto sono stati fatti passi da gigante
nell’integrazione tra parti meccaniche e digitali permettendo risposte rapide
ed efficaci in caso di emergenze. Da poco abbiamo chiuso una commessa per
dispositivi che permettono il monitoraggio ogni 20 secondi e la raccolta dei
dati a distanza. L’idea è la creazione di un collegamento diretto con l’Agenzia
delle Dogane sia per gli aspetti di sicurezza sia per quelli relativi ai
controlli.
I volumi di traffico hanno risentito della crisi?
I flussi di alcuni prodotti energetici
come l’olio di palma sono costanti per la natura stessa della loro
utilizzazione. La diminuzione dei consumi e di conseguenza della produzione
industriale si è tramutata in una flessione rispetto ai livelli di tre-quattro
anni fa per gli altri prodotti. Una tendenza che per fortuna si sta invertendo.
Su cosa punterà in futuro Garolla Srl?
In 60 anni di attivitÃ
l’azienda si è sempre adeguata alle richieste del mercato puntando a scelte
lungimiranti. In un contesto di transizione energetica, con la diminuzione
progressiva dello sfruttamento delle risorse minerarie previste nel medio-lungo
termine, guarderemo sempre più alle biomasse: non a caso abbiamo già adibito un
deposito dedicato a questo tipo di prodotto che prevede particolari condizioni
operative per essere gestito. Per il futuro c’è ottimismo. Anche perché il
nuovo atteggiamento di attenzione della governance portuale garantisce la
necessaria tranquillità rispetto agli investimenti che saranno necessari ad
intraprendere questo percorso.
Giovanni Grande