Header Ads

DIC 2017 PAG 44 - La sicurezza del traffico alle Bocche di Bonifacio


Rendere “appetibili” i provvedimenti raccomandati per garantire la massima sicurezza durante il transito delle navi nelle Bocche di Bonifacio. “Maggiore informazione, servizio puntuale, misure incentivanti”. Sono i tre elementi prioritari indicati dal C.V. (CP) Maurizio Trogu, a capo della Direzione Marittima di Olbia, per l’implementazione di un sistema di “difesa attiva” di una delle zone più sensibili del pianeta sotto l’aspetto ambientale.   
Quale ruolo svolge la Guardia Costiera nell’area?
Le Bocche di Bonifacio sono state designate dall’IMO come PSSA (Particurarly Sensitive Sea Area), denominazione che riconosce la valenza ambientale unica di una mezza dozzina di siti su tutto il pianeta. Questo comporta una particolare attenzione da parte nostra sugli aspetti della sicurezza ambientale che si traducono in un sistema di raccomandazioni, gestito con la controparte francese, che vanno dall’indicazione della rotta da seguire al controllo VTS tramite dispositivi radar e audio all’obbligo di rapportazione per tutte le unità in transito. Dispositivi cui si è aggiunta in via sperimentale la “misura associata di protezione”, riconosciuta nell’ambito dello statuto PSSA, del servizio di pilotaggio “raccomandato”.
In che modo garantisce una maggiore sicurezza?
La presenza di un pilota a bordo che conosce perfettamente le caratteristiche di questo tratto di mare rappresenta senza dubbio un valore aggiunto: permette di passare da un controllo passivo ad uno attivo. Uno studio condotto su una PSSA australiana che ha adottato la stessa misura indica un abbattimento del rischio incidenti superiore al 90%. Ovviamente, il servizio va organizzato e “valorizzato” agli occhi degli armatori che tendono a considerarlo come un ulteriore costo. 
In che modo?
Intanto, migliorando l’informazione sul suo funzionamento e le sue finalità. In fondo, si tratta di un investimento che riguarda sia la sicurezza della nave che del carico. Poi vanno migliorate le tempistiche che devono essere certe e rapide: non si può chiedere ad un comandante di attendere l’arrivo di un pilota da porto Torres o da Olbia. È per questo che è allo studio l’ipotesi di impiantare una base operativa a Santa Teresa di Gallura o sulla Maddalena. Infine, si potrebbe pensare ad un sistema incentivante a livello assicurativo per gli armatori che scelgono di usufruire del servizio.
Dal punto di vista operativo, l’impiego del pilota  cosa comporta per la Guardia Costiera?
Sostanzialmente aumenta il livello di coordinamento radio e radar con le sale operative coinvolte durante il transito. Una volta definiti i contorni del dispositivo lo proporremo ai francesi per una gestione congiunta, così come già avviene per il VTS che vede un’alternanza settimanale tra le due autorità sulla fase di controllo attivo e quella di backup. Ad oggi, Italia e Francia sono gli unici paesi che aderiscono a tutte le misure raccomandate, con in più il divieto di passaggio istituito per chimichiere, petroliere e gasiere. Di fatto le due autorità marittime garantiscono quotidianamente il rispetto delle norme internazionali tutelando un bene imprescindibile a livello ambientale ma anche economico per tutto il Mediterraneo.

Giovanni Grande

Immagini dei temi di Bim. Powered by Blogger.